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I gruppi terroristi sono legati tra loro, ma chi li combatte no

[1]Prodi: “L’origine del terrorismo in Mali? La guerra in Libia”

(Unita.tv [2]) 20 novembre 2015 – L’ex premier a Skytg24: lo sviluppo del terrorismo in Mali è conseguenza della guerra in Libia, grande errore della Francia

I gruppi terroristici sono legati fra loro [3], non è possibile che queste cose avvengano senza dei collegamenti organici tra diverse fazioni”. Ne è convinto Romano Prodi, già inviato speciale dell’Onu in Mali e Sahel intervistato da SkyTg24 sull’attentato di oggi nella capitale del Mali [4], Bamako. Prodi racconta che già nei giorni in cui era in Mali il problema era il rischio di un collegamento tra i vari gruppi. Proprio per questo “andai a parlare in Egitto con l’allora presidente Morsi, dei Fratelli Musulmani, e la sua preoccupazione era che l’intervento francese potesse unire i terroristi del Sahel con quelli del Sinai [5]”.

Quanto al luogo dell’attentato Prodi dice di conoscerlo bene: “Ci sono stato più volte, in apparenza, è mezzo Hotel, mezzo ministero, mezzo luogo di appuntamenti familiari perciò è abbastanza naturale che abbiano scelto questo come punto di riferimento per un attacco terroristico”.

Secondo l’ex premier, il principale problema oggi è la mancanza di un coordinamento tra i vari Paesi [6]. “È inconcepibile che la Francia non voglia partecipare a un cammino verso l’intelligence comune europea” sottolinea Prodi dicendosi sorpreso che la Francia dica no. “C’è una struttura a Bruxelles e la polizia francese non ne sa nulla. Se è così – aggiunge – andiamo nella direzione opposta [7]”.

Infine, alla domanda sulle responsabilità dell’Europa nei confronti di quelle terre d’Africa, la risposta dell’ex premier è stata netta: “Lo sviluppo del terrorismo in Mali è conseguenza della guerra in Libia, grande errore della Francia”. Secondo Prodi, infatti, è stato proprio il conflitto causato dai francesi a provocare la diffusione del terrorismo [8], soprattutto nel momento in cui si è disciolto l’esercito libico. “I veterani hanno svuotato gli arsenali di Gheddafi e le armi si sono diffuse ovunque”.