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“Africa: 53 Nazioni, Una Unione”: i video della conferenza

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Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli

SAIS Johns Hopkins University [2] Bologna

Salone del Podestà, Palazzo Re Enzo Bologna (Italy)

21 maggio 2010

Conferenza di Alto Livello:

“Africa: 53 Nazioni, Una Unione”

Sotto l’Alto Patronato di:

Nazioni Unite – Commissione Economica per l’Africa, Unione Africana e Commissione Europea

Scarica la Presentazione [3]

Scarica la Locandina [4]

Scarica il Briefing book [5]

Scarica il Resoconto della Conferenza [6]

Scarica la sintesi della Conferenza a cura di E.R. Spreafico [7]

Venerdì 21 maggio

09.00 am Greetings from Ambassador Oliva on behalf of Italian Ministry of Foreign Affairs

video [8]

09.15 am Opening Remarks Romano Prodi, Chairman Foundation for World Wide Cooperation

video [9] text [10]

Asha Rose Migiro, UN Deputy Secretary-General

video [11] text [12]

Abdoulaye Wade, President of Senegal

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Thabo Mbeki, Former President of South Africa

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Maxwell Mkwezalamba, Commissioner Economic Affairs, AU

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Andris Piebalgs, Commissioner for Development, EC

video [16] text [17]

10.45 am Coffee break 11.00 am Session 1. Creating a Political Environment for Stability, Security and Peace – The Key Role of Education

Video e Introduzione della Sessione 1 » [18] [18]

10.45 am Coffee break Chairs: Margaret Carey, UN Department of Peacekeeping

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Abdul Mohammed, Darfur Dialogue and Consultation Speakers: Thabo Mbeki, Former President of South Africa

video [20]

Michael A. Battle, US Ambassador to the African Union

video [21]

Discussants: Winrich Kühne, SAIS Johns Hopkins University Bologna Center

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Steve McDonald, Woodrow Wilson International Center for Scholars

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El Ghassim Wane, Acting Director for Peace and Security of the AU Commission

video : Comments & Questions (Massahel, Zie, Manservisi) [24] video : [25]Comments & Questions [26] (Siala, Plummer, Vines, Rushdy) [25] video : Conclusions (Carey) [27]

12.30 am “AfricaNews24”

video: Presentation “AfricaNews24” [28] video: Comments on the presentation (Malesani, Cayla) [29] video: Award to Romano Prodi [30]

An African all News Project presented by Euronews 01.00 pm Lunch Break 02.00 pm Session 2: Economic Community Building for Markets and Trade

Video della Sessione 2 » [31] [31]

Chairs: Michael Plummer OECD and Johns Hopkins University, Bologna Joshua Setipa, Africa Expert WTO

video: Session opening (Plummer, Setipa) [32]

Speaker: Abdelkader Messahel, Minister of African and Maghreb Affairs, Algeria

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Discussants: Masuka Godefroid Mwenda Bantu Munongo, Forum of Central Africa Bankole Adeoye, Chief of Staff & Coordinator for Partnerships and External Relations, Nepad

video: Comments & Questions (Munongo, Adeoye) [34] video: Conclusionis & Discussion (Plummer, Atta-Mensah, Setipa, Anyanwu) [35] video: Discussion (Anderson, Zie, Siala, Koyara) [36] video: Discussion (Vines, Setipa, Messahel, Mkwezalamba, Mbeki, Prodi, Rushdy, Haddou, Anyanwu, Plummer) [37]

03.30 pm Session 3 Infrastructure and Investment: Energy, Transportation, Communication

Video della Sessione 3 » [38] [38]

Chairs: Stefano Manservisi, Director-General DG Development, EC

video : [39]Session opening [40]

Mohammed Al-Madani Al-Zahari, Secretary General, CEN-SAD Speakers: Shantayanan Devarajan, Chief Economist Africa Regional Office, World Bank Moussa Dosso, Minister, Ivory Coast Samuel Sam-Sumana, Vice President, Sierra Leone Discussants: John C. Anyanwu, Lead Research Economist, ADB Abdoulie Janneh, UN Commission for Africa

video: Comment (Siala) [41] video: Comments (Dosso, Devarajan) [42] video: Comments (Anyanwu, Zhan Shu) [43] video: Discussion (Zie, Devarajan, Manservisi) [44]

05.00 pm Concluding Round Table A Road Map: Towards African integration for Peace and Development Announcement of follow-up conferences in Washington DC (2011) and Addis Ababa (2012) Chair: Romano Prodi, Chairman Foundation for World Wide Cooperation

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Round Table Discussants: Asha Rose Migiro, UN Deputy Secretary General

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Maxwell Mkwezalamba, Commissioner Economic Affairs, AU

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Stefano Manservisi, Director-General DG Development, EC

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Michael A. Battle, US Ambassador to the African Union

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Zhan Shu, Ambassador at the Department of African Affairs, China Ministry of Foreign Affairs

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Thabo Mbeki, Former President of South Africa

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Conclusion by Romano Prodi, President of the Foundation for World Wide Cooperation

video [52] Documento Conclusivo [53]

Resoconto della Conferenza “Africa: 53 Countries, One Union”

La Conferenza “Africa: 53 Countries, One Union”, tenutasi a Bologna il 21 maggio 2010, ha riscosso un grande successo di partecipanti, sia sotto il profilo qualitativo – più di 50 tra leader politici ed esperti sul tema hanno dato il proprio contribuito alla discussione – sia sotto il profilo quantitativo – con circa 350 persone a seguire i lavori.

Questo documento riassume il contesto in cui si è svolta la Conferenza, i principali temi affrontati e le conclusioni. Ma è solo l’inizio: una roadmap ampiamente condivisa permetterà infatti di portare avanti l’importante lavoro avviato.

Contesto

Gli Stati africani stanno affrontando sfide importanti per la loro stabilità e la sicurezza: per fronteggiarle, i leader africani hanno costruito importanti istituzioni comuni. In particolare, hanno accentuato un approccio basato su blocchi- cominciando dal livello sub-regionale fino al livello regionale, per procedere gradualmente verso una struttura continentale.

Tuttavia, c’è ancora molto cammino da compiere. E’ diventato chiaro che solo superando l’attuale frammentazione politica ed economica l’Africa potrà incamminarsi verso un futuro di pace, sviluppo e prosperità.

La maggior parte dei paesi sviluppati ha una grande responsabilità per la situazione attuale, avendo sempre trattato con gli Stati africani sulla base di rapporti strettamente bilaterali senza porre attenzione a un approccio continentale. Ora è tempo di cambiare rotta e questo significa sviluppare una più significativa e strategica relazione con le istituzioni africane (Unione Africana ‘in primis’), da parte dell’Unione Europea, degli Stati Uniti, delle potenze emergenti come la Cina e delle Nazioni Unite.

Raggiungere questo obiettivo richiede un efficace coordinamento e dipende dal rafforzamento e dall’approfondimento dei meccanismi già esistenti: questa è la visione dell’Africa e deve essere sostenuta.

Nel recente passato sono stati fatti considerevoli progressi in questa direzione ma, come sottolineato dai partecipanti alla Conferenza, molte sfide restano tuttora aperte nel campo della sicurezza, del commercio e delle infrastrutture, nella loro stretta connessione con investimenti e sviluppo.

Sicurezza e Pace

Per creare un ambiente stabile e sicuro a livello nazionale, regionale e continentale, la gestione dei conflitti in corso si pone come priorità. L’Architettura africana per la pace e la sicurezza, African Peace and Security Architecture (Apsa) ha inglobato importanti contributi da parte dell’Unione Africana, dell’Economic Community Of West African States (Ecowas), della Southern African Development Community (Sadc) e di altre organizzazioni. Tuttavia, mancano le risorse. Così come a mancare è un supporto esterno coerente.

La prevenzione dei conflitti attraverso il sistema di monitoraggio dovrebbe essere rafforzata per evitare lo scontro tra le forze militari. Il nesso tra pace e sviluppo è infatti molto chiaro.

Gestire i conflitti per creare un ambiente sicuro è importante, ma ancora non è sufficiente. Senza sviluppo, infatti, non ci sarà stabilità. Come sottolineato nel Rapporto Prodi, la pace nel continente africano non può essere raggiunta attraverso il mero dispiegamento della forza militare.

Un secondo piano di interesse comprende, di conseguenza, le attività economiche connesse al commercio, agli investimenti e alle infrastrutture.

Il Mercato

Benché nel futuro l’Africa dovrà ridurre la sua dipendenza dagli aiuti allo sviluppo, è importante ricordare la necessità di politiche che non nuociano e non frenino il suo sviluppo.

La chiave è aprire i mercati evitando quelle distorsioni che impedirebbero lo sviluppo in futuro. In questo senso, è l’integrazione la possibile soluzione. L’Africa ha una lunga storia di integrazione e di iniziative regionali: la maggior parte dei paesi africani è stata coinvolta in più di un’iniziativa regionale. Quello che colpisce è che, nonostante questa lunga storia, il commercio interno ha viaggiato a livelli molto bassi in confronto ad altre realtà. Se si guarda al periodo compreso tra il 2005 e il 2008, si vedrà quanto è basso il dato aggregato relativo al commercio interno. Quali passi devono essere messi in campo per farlo crescere per tutti?

Da questo punto di vista, se si pensa ai costi della ‘Non-Europa’, quelli della ‘Non-Africa’ sono davvero molto alti. Provare a sviluppare l’integrazione africana è un importante e impegnativo obiettivo, poichè le barriere economiche sono molto forti.

Dobbiamo tenere a mente i motivi economici per l’integrazione, non solo all’interno dell’Africa, ma anche nel resto del mondo. Abbiamo bisogno di incrementare l’accesso al mercato, E’ questa la chiave per la competitività e la crescita della produzione.

Il tema del commercio intra-africano è molto importante. Ma quali sono le criticità? Quali i vincoli? Uno dei grandi problemi consiste nei movimenti transfrontalieri di persone e merci: dobbiamo lavorare per facilitarli, poiché fanno lievitare i costi del fare impresa e del fare commercio.

Infrastrutture e investimenti

Non ci sarà uno sviluppo sostenibile in Africa in assenza di infrastrutture. Quelle infrastrutture che non sono il fine, bensì il mezzo per ridurre costi di produzione e attrarre investimenti. Sappiamo che l’Africa è ricca di risorse energetiche e non solo. La geografia non è il vero problema: le infrastrutture in Africa pagano un problema di governance.

Anche in confronto ad altri paesi a basso reddito, l’Africa si presenta con un enorme deficit infrastrutturale: approvigionamento insufficiente di energia elettrica, bassa densità di strade e rotaie. In più, questo gap infrastrutturale sta crescendo. Se messa a confronto con l’Asia meridionale, l’Africa sta rimanendo indietro sotto tanti punti di vista.

Sul tema infrastrutture ci sono tre cose che possiamo fare.

  1. In primo luogo, bisogna avere chiare le priorità, da individuarsi in base al principio della titolarità africana. C’è un piano che è stato fissato dall’Unione Africana per creare reti trans-africane e bisogna seguirlo.
  2. In secondo luogo, le risorse finanziarie sono importanti, ma un buon governo lo è ancora di più. Non si possono trarre benefici dall’investimento in infrastrutture se manca la sicurezza delle transazioni o se la proprietà non è adeguatamente protetta. C’è bisogno di migliorare politiche e regolamentazioni. Una serie di studi effettuati sui quattro maggiori assi di trasporto in Africa evidenziano che i costi, operativi dei veicoli non sono più alti che altrove. Al contrario, i prezzi dei trasporti sono i più alti del mondo. La spiegazione si trova negli alti margini di profitto protetti da barriere all’ingresso del mercato. L’unico Paese che ha fatto la deregulation, il Ruanda, ha visto un calo del 75% nel prezzo dei trasporti.
  3. In terzo luogo, abbiamo bisogno che aiuti mirati si combinino con le risorse private. Questo implica un alto livello di pianificazione, comprensione e convinzione. E’ qui che integrazione regionale e politiche coordinate possono davvero giocare un ruolo importante nello sviluppo e nella stabilità del continente africano.

Infine, l’educazione è elemento fondamentale per lo sviluppo umano, sociale ed economico. Su questo argomento esiste già un accordo tra i leader africani su quanto debba essere fatto. Ora è il momento di applicarlo.

Conclusioni e tappe successive

Per fronteggiare le criticità sopra menzionate, i partecipanti alla Conferenza hanno concordato sulla necessità di accelerare e rafforzare il processo di integrazione africana.

La Fondazione per la Cooperazione tra i Popoli è pienamente consapevole del rilevante lavoro svolto dall’Unione Africana e dalle organizzazioni regionali africane. Questa importante operazione dovrebbe beneficiare di una sorta di ‘dialogo pentagonale’ tra Onu, Unione Africana, Unione europea, Stati Uniti e Cina, così come concordato alla Conferenza di Bologna.

In vista delle conferenze future, già previste a Washington nel 2011 e ad Addis Abeba nel 2012, la Fondazione si propone di organizzare una riunione generale preparatoria con rappresentanti di alto livello delle cinque parti coinvolte (possibilmente ad Addis Abeba), nell’autunno del 2010.

L’obiettivo è quello di lanciare, prima della Conferenza di Washington del 2011, workshops più tecnici legati a ciascuna delle questioni evidenziate nella Conferenza di Bologna Poichè questa linea d’azione ha suscitato notevole interesse tra le cinque parti in causa, la Fondazione per la Cooperazione tra i Popoli si adopererà per la sua attuazione.